Le proteste contro le riforme del mercato del lavoro in Francia e in Belgio

mercoledì, 25 maggio 2016

Dopo la Francia anche in Belgio si assiste a una forte mobilitazione dei sindacati contro una riforma del mercato del lavoro. Ieri a Bruxelles oltre 60 mila lavoratori hanno sfilato per protestare contro l’allungamento dell’orario della settimana lavorativa, che passa da 38 a 45 ore. Una riforma chiave del governo di centrodestra di Charles Michel, insieme all’aumento dell’età pensionabile a 67 anni. La massiccia protesta è stata caratterizzata da diversi scontri tra parte dei manifestanti e la polizia, con oltre 20 arresti, l’azionamento degli idranti e il ferimento di diverse agenti. La manifestazione di ieri era l’avvio di una lunga mobilitazione sociale che culminerà nello sciopero generale del 7 ottobre, quando ricorrerà il secondo anniversario dell’entrata in carica del governo Michel. In Belgio governa una maggioranza liberalconservatrice, ma nella vicina Francia la protesta dei sindacati e delle associazioni di sinistra è ancora più forte contro l’amministrazione socialista. Il governo Valls ha varato una riforma del lavoro che da ormai diverse settimane ha suscitato una vasta opposizione che sta generando una contrapposizione frontale con le autorità. Le forze di polizia sono dovute intervenire per sbloccare le raffinerie occupate, che avevano provocato una carenza di benzina e altri carburanti nel Paese. Un quinto dei distributori delle stazioni di servizio sono rimasti senza rifornimenti, e il governo ha dovuto toccare le riserve strategiche per evitare un possibile collasso della mobilità.

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