L’escalation della guerra sunniti-sciiti: l’Arabia Saudita vieta agli iraniani il pellegrinaggio a La Mecca

lunedì, 30 maggio 2016

Lo scontro tra Arabia Saudita e Iran conosce un nuovo episodio. Il pellegrinaggio alla Mecca, uno dei pilastri della fede musulmana, è stato vietato agli iraniani. Le due maggiori potente dell’area del Golfo Persico non hanno trovato un accordo su come gestire l’ingresso delle decine di migliaia di fedeli sciiti provenienti dall’Iran che compiranno l’haji, il pellegrinaggio compiuto nell’ultimo mese del calendario islamico. Un obbligo sia per i sunniti che per gli sciiti, corrente minoritaria della religione musulmana prevalente però in Iran e Iraq. Lo scontro tra Teheran e Riad è duplice. Da una parte ci sono le tensioni provocate dal gravissimo episodio dell’anno scorso, quando centinaia di fedeli morirono travolti dalla calca. La maggioranza degli scomparsi era iraniana. Da mesi, se non da anni, i due Paesi sono poi divisi dal controllo dell’area del Golfo Persico. La guerra siriana è una sorta di conflitto neppure troppo mascherato tra l’Iran, schierato con lo sciita Assad, e l’Arabia Saudita, che insieme alle altre monarchie del Golfo ha finanziato con soldi e armi la ribellione sunnita. La guerra osservata in Siria si è riproposta in Yemen, con l’Arabia Saudita intervenuta in supporto del governo per contrastare la ribellione degli huthi, appoggiati economicamente e militarmente dall’Iran. I due Paesi si scontrano da ormai molti anni per l’egemonia dell’area del Golfo Persico, e la tensione è stata aumentata dall’accordo nucleare concluso da Teheran con gli Stati Uniti e le altre grandi potenze mondiali. A inizio 2016 i rapporti diplomatici tra Teheran e Riad si sono interrotti dopo che un importante iman sciita è stato decapitato in Arabia Saudita.

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