Mi lasciano assai perplesso le rivendicazioni Isis della carneficina di Orlando. Difficile credere che la guardia giurata statunitense Omar Mateen abbia pianificato la strage in accordo con la rete jihadista. La pulsione omofoba che lo ha spinto a sterminare decine di innocenti colpevoli solo di frequentare una discoteca gay ha invece una forte analogia con l’odio razzista di Anders Breivik, il suo coetaneo norvegese autore il 22 luglio 2011 della strage di Oslo e di Utoya con modalità pressoché identiche. Anche lui condannava a morte dei giovani “colpevoli” di professare non un orientamento sessuale ma i valori della convivenza interetnica. Ugualmente fanatici, ugualmente lontani da una verosimile affiliazione religiosa.
Trump può mettersi a predicare finché vuole il pericolo islamico, ma Omar Mateen è un figlio dell’America o, se preferite, un aberrante prodotto della follia di matrice occidentale.