Ieri notte è successo a Magnanville, periferia di Parigi. Uccisi a coltellate una coppia di funzionari di polizia da un uomo che gridava “Allah u akbar”. Assedio delle forze speciali che infine abbattono il pluriomicida. E puntuale un’agenzia fiancheggiatrice dell’Isis ne rivendica l’azione, ascrivendolo a martire del jihad. Proprio come due giorni fa per la strage di Orlando.
Deve essere ridotto proprio male l’esercito del sedicente Califfo, se ha voluto dare questa benedizione preventiva a tutti gli squilibrati che in giro per il mondo decidano per i fatti propri di colpire a casaccio chi per un motivo o per l’altro gli sta sull’anima. Trattasi di elementi interni alla nostra società occidentale, che però alimentano la sindrome del “nemico esterno” perchè appaiono come corpi estranei. O almeno tali vorremmo pensarli, chè in tal caso il pensiero successivo è l’illusione di poterli espellere. Non a caso la sindrome del nemico esterno trova portavoce di successo che la alimentano indifferentemente contro l’assieme degli islamici o degli immigrati.
Il fanatismo jihadista si nutre di queste lacerazioni prodotte nella società plurale dell’occidente. Per fare la guerra sui territori che vuole conquistare ha bisogno di un vero esercito. Ma per spargere il terrore fra noi “infedeli” gli bastano singoli individui squinternati.