La scelta di domenica 19 giugno a Milano si presenta netta, senza fronzoli: continuare con l’apporto di forze nuove l’esperimento democratico inaugurato dalla giunta Pisapia; oppure riconsegnare la città allo stesso personale politico di destra, nel frattempo invecchiato, che l’ha governata nei decenni precedenti.
Non c’è calcolo politico nazionale, non c’è controversia individuale che possa offuscare la chiarezza dell’alternativa che si pone di fronte alla cittadinanza milanese. Tutto il resto viene dopo. Il clima di libertà, di apertura ai diritti delle minoranze, sobrietà nell’esercizio del mandato pubblico, curiosità culturale, profilo internazionale che abbiamo vissuto a Milano negli scorsi cinque anni, fa da contrappeso alle lacerazioni sociali, difficoltà economiche e alle paure che contraddistinguono l’attuale fase storica.
Per questo nessun sondaggio risulta credibile e si percepisce tanta incertezza. Per questo sostengo con convinzione la candidatura di Beppe Sala.