Una risposta efficace al razzismo? Richiamare al governo Cécile Kyenge, ministro dell’integrazione

giovedì, 7 luglio 2016

Mi rallegro per la tempestività con cui il nostro presidente del consiglio, Matteo Renzi, ha impegnato il governo a perseguire i troppo numerosi episodi di razzismo culminati nel pestaggio omicida di Fermo. Straziante è la sorte toccata a Emmanuel Chidi Namdi, così come il dolore vissuto da sua moglie Chinyery. Purtroppo sappiamo che non si tratta di episodi isolati, bensì dell’esito di vere e proprie campagne d’odio quasi sempre minimizzate dai giornali e dalle televisioni, magari in nome di una malintesa libertà d’espressione. Che l’assassino sia assicurato alla giustizia, è il minimo. Ma non basta. L’Italia ha bisogno di avviare una grande riflessione pubblica sulla piaga della xenofobia trasformata in aperta ostilità per gli stranieri, descritti come privilegiati rispetto ai poveri di casa nostra, se non come veri e propri “invasori”. Per questo avevo denunciato come un passo indietro negativo, due anni fa, la scelta di escludere dal nuovo governo il ministero per l’integrazione che Enrico Letta aveva affidato a Cécile Kyenge. Ricordiamo bene che la Kyenge fu aggredita da una campagna furibonda per le sue origini africane e per il colore della sua pelle. Forse qualcuno avrà fatto calcoli di opportunità, valutando la sua funzione politica e simbolica come “troppo divisiva”. Invece costituiva un fattore educativo di cui la società italiana manifesta un estremo bisogno. Retrocedere fu un errore che oggi Renzi può ancora rimediare. Propongo che venga reintrodotto il ministero dell’integrazione e che Cécile Kyenge, oggi deputata europea del Pd, venga richiamata ad assumerne la responsabilità.

P.S. Lo scorso mese di maggio sono stato a Fermo per un’affollata conferenza sui temi dell’immigrazione e del razzismo. In quella occasione don Vinicio Albanesi, sacerdote lucido e generoso, mi espresse le sue preoccupazioni per l’isolamento in cui venivano tenuti i richiedenti asilo ospitati in città dalle strutture del volontariato cattolico. Purtroppo il suo allarme non è stato tenuto nel dovuto conto.

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