Il sangue innocente di Nizza, basta un Tir suicida che si abbatte sul nostro formicaio umano…

venerdì, 15 luglio 2016

Cercheremo qualche spiegazione nella biografia del criminale attentatore, pare un franco-tunisino di 31 anni, quando se ne saprà di più. La freddezza con cui ha guidato il Tir sulla folla per diversi minuti e lungo due chilometri della Promenade des Anglais, lasciano intuire che si trattasse di militante addestrato. Del resto nei giorni scorsi erano state pubblicate informative su autobombe pronte a entrare in azione in Europa. Come e peggio di un’autobomba, il massacro di Nizza.
Se la matrice jihadista si delinea con chiarezza, senza bisogno di attendere la rivendicazione postuma dell’Isis, a turbarci è innanzitutto la nostra vulnerabilità. Chiunque di noi avrebbe potuto essere lì, fra gli schiacciati. Ma soprattutto: quanto è facile perpetrare un massacro di gente inerme che non se lo aspetta. Basta un camion. Ce ne sono migliaia dappertutto, ma basta un solo camion che si abbatta sul nostro formicaio umano. L’altro requisito imprescindibile è la disponibilità al suicidio del conducente di quel camion. Si sa che c’è solo l’imbarazzo della scelta, per gli strateghi contemporanei del terrore la manodopera pronta a “immolarsi” non manca. In Israele questo genere di attentati contro i pedoni, alla guida di auto o perfino bulldozer, sono da tempo all’ordine del giorno.
La conseguenza? Una rapida militarizzazione della nostra società. Perchè al di là dei dibattiti inutili se siamo o non siamo in guerra, l’unica domanda che rimbalza fra i terrorizzati (che siamo tutti noi) riguarda la sicurezza possibile. Il criminale di Nizza poteva essere fermato prima? Forse sì, in una città più armata e più militarizzata. Piccoli Donald Trump cresceranno anche da noi invocando il porto d’armi per tutti. Ma per quanto scomodo sia riconoscerlo, e trarne le conseguenze, questo cancro si estirpa solo alla radice, tra la Mesopotamia e il Golfo, nell’epicentro della contesa in atto per il potere nel mondo sunnita. E’ lì che si combatte la guerra decisiva.
La Francia atterrita, l’Europa tutta, restiamo periferia di questa contesa anche quando forniamo un palcoscenico ideale agli strateghi di una propaganda imbevuta di sangue innocente. Vigliacchi.

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