Libero di lunedì 18 luglio ha dato un enorme spazio a un antico rivale della testata, il ministro degli Interni Angelino Alfano. Il leader Ncd è stato costantemente avversato dalla stampa vicina a Berlusconi dopo la rottura avvenuta tra l’allora leader di Forza Italia e il suo numero due sul governo Letta. La conversione “renziana” di Alfano ha acuito una divisione che ora pare ricomporsi, almeno per Feltri. Da quando il fondatore è tornato a dirigere Libero la testata ha cambiato linea editoriale: sempre di centrodestra, ma meno ostile al governo Renzi rispetto ai tempi di Belpietro. L’intervista ad Alfano ne è un esempio: al ministro più criticato da Matteo Salvini è offerto uno spazio davvero ampio, sfruttato per lanciare il nuovo corso muscolare del leader Ncd. Nel colloquio con Pietro Senaldi il ministro ribadisce come l’immigrazione senza controlli possa portare al collasso l’Europa, evidenzia la necessità di nuovi accordi con la Libia per fermare il flusso dei richiedenti asilo, e sottolinea i successi dell’Italia nella lotta al terrorismo islamico. Alfano non nega i pericoli, ma rimarca il grande operato(del suo ministero) nel contrasto al jihadismo. Angelino Alfano annuncia poi nuove regole per disciplinare i rapporti tra la religione islamica e il nostro Paese. Il leader Ncd enfatizza l’approccio securitario nei confronti dei musulmani, con domande certo accomodanti verso l’elenco dei suoi successi e dei suoi propositi. L’ultima parte dell’intervista si chiude con gli obiettivi politici futuri del leader Ncd: un nuovo partito di “moderati” che potrebbe anche tornare nel centrodestra. Lo strumento per questo nuovo passaggio di schieramento – Alfano ribadisce più volte di non esser diventato di sinistra – è una nuova legge elettorale, con premio di maggioranza alla coalizione e senza ballottaggio (il Porcellum al posto dell’Italicum, praticamente).