Guardavo al Tg le immagini di Mumbai con mio figlio che frequenta la quarta elementare. I feriti fradici del loro stesso sangue, le fiamme sul tetto degli alberghi, le foto dei ragazzi terroristi. Mi sono reso conto di condividere con il bambino la medesima ignoranza. Hai voglia a studiare il mosaico indiano, le tensioni col Pakistan, il boom economico… Niente risponde alla semplice domanda: chi l’ha fatto e perche’?
L’assenza di rivendicazioni, l’assoluta casualita’ dei bersagli, la confusione generata nei soccorritori, sono scelte che non hanno bisogno di menti raffinate per essere concepite. Il messaggio e’ il terrore e basta, meglio se incomprensibile nelle sue ragioni.
Il terrore come stato d’animo perenne della contemporaneita’. Non meglio precisato. Basta e avanza agli attentatori ebbri del proprio gesto nichilista, ma basta anche ai loro feroci emissari, gentaglia molto meno nutrita d’ideologia di quanto noi ce li figuriamo.
Un mondo ridotto allo stadio di infanzia obnubilata da raffiche di perche’ senza risposta, ecco come ci vogliono. Muti e impauriti davanti alla tv.