L’opposizione al sanguinario regime di Assad è in palese difficoltà. Il leader del Consiglio Nazionale della Siria(SNC), Burhan Ghalioun, ha deciso di dimettersi dal vertice dell’organizzazione che riunisce i vari gruppi che contrastano Bashar al-Assad. Il recente rinnovo della leadership di Ghalioun, un sociologo che vive a Parigi, aveva aperto una pesantissima polemica. A quindici mesi dall’inizio dell’insurrezione siriana, il SNC non è ancora riuscito a rappresentare una vera alternativa al regime, a causa delle sue divisioni e spaccature interne. Le dichiarazioni di Ghalioun sono arrivate dopo che alcuni gruppi chiave avevano aspramente criticato la sua leadership, sottolineando come nei mesi scorsi il SNC abbia mostrato una totale mancanza di consenso tra la sua prospettiva politica e quella dei rivoluzionari siriani. Il fallimento maggiore dell’organizzazione, sottolinea The Guardian, è l’incapacità di attrarre le minoranze etniche e religiose, ancora fedeli ad Assad. Alauiti e curdi temono una dominazione sunnita, e la scelta di Ghalioun, molto vicino ideologicamente ai Fratelli Musulmani, era già stata criticata dalle minoranze religiose, che avrebbero preferito un leader del SNC di religione cristiana. Le spaccature del Consiglio Nazionale della Siria hanno finora impedito all’organizzazione di conquistare autorevolezza e credibilità sul proscenio internazionale, a differenza di quanto era accaduto in Libia prima del definitivo collasso del regime di Gheddafi. Il Consiglio nazionale di transizione era infatti riuscito a diventare un attore decisivo nella lotta al dittatore libico, mentre l’opposizione ad Assad continua ad essere frammentata e divisa. Secondo le stime del regime la repressione del regime avrebbe deciso almeno novemila persone, e il pesantissimo costo umano acuisce invece che unire i vari gruppi che si battono per la destituzione di Bashar al-Assad.