La Milano degli affari ha convissuto per decenni con il mistero di Salvatore Ligresti, più volte soccorso e salvato, a lungo rispettato in quanto tramite fra la politica e la finanza. Ora che le sue attività risultano sostanzialmente fallite, anche se nessuno ne ha voglia diviene inevitabile che affiorino i patti (per lo più non scritti, ma, ahimè, a quanto pare qualcuno pure scritto) che in psssato gli garantirono la sopravvivenza. Applicando le volontà di Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi, non dimentichiamolo, visto che la beatificazione nell’ambiente si pratica con eccessiva facilità. Ora pare che la rivelazione di accordi di garanzia per alcune decine di milioni alla famiglia Ligresti metta in forte difficoltà l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel. Il vecchio Salvatore Ligresti è in grado di mordere, conosce più segreti di quanto a noi comuni mortali sia dato immaginare. Messo nell’angolo, sta morsicando Mediobanca, e forse non lo fa neppure apposta, di certo non volentieri. Ma se fai male a Nagel di Mediobanca,vuoi che in seguito non si faccia male anche qualcun altro? Brutta storia, la finanza milanese non sta perdendo solo montagne di quattrini, ha perso anche il baricentro.