Prodi resta, Mastella no

giovedì, 17 gennaio 2008

mastella dimissioni

L’inchiesta giudiziaria sulla famiglia Mastella interviene sullo sfumato crinale fra clientelismo e illegalita’ cui ci ha abituato la politica italiana. Una patologia inevitabile, quando succede che un Mastella resti in Parlamento per trent’anni: cambiando piu’ volte schieramento politico; facendo il ministro di qua e di la’; ramificando il suo potere locale con familiari e valvassori; costruendo un partito personale; traendo sostanziosi vantaggi di reddito dal suo ruolo di ago della bilancia; attirando inevitabilmente nella sua orbita notabili pregiudicati o respinti da altri partiti.
Ci siamo talmente abituati alla politica come ricatto, esibito peraltro in pubblico, da dubitare che le pressioni descritte dall’accusa costituiscano reato. Anche il meccanismo di minaccia-ritorsione-ompromesso cui pare essersi assoggettato lo stesso Bassolino pur di conservare la sua maggioranza in Regione, rientrano nella scandalosa normalita’ della prassi politica.
Se Mastella si dimette dal governo mantenendo il suo decisivo appoggio esterno a Prodi, dipende a sua volta da un prevedibile calcolo di convenienza. Passare di colpo con Berlusconi l’avrebbe ulteriormente esposto a un’offensiva giudiziaria gia’ micidiale. E poi che cosa avrebbe guadagnato da elezioni anticipate un Mastella nell’occhio del ciclone?
Meglio garantirsi la riconoscenza di Prodi e della sinistra, magari approfittandone per trattare condizioni favorevoli sulla legge elettorale.
Non e’ ad esempio da escludere che di fronte alla benedetta, inesorabile, scadenza del referendum, Prodi avanzi la proposta urgente: abroghiamo in parlamento la legge Calderoli e torniamo a quel Mattarellum che gia’ consenti’ la vittoria di entrambi gli schieramenti.
Rispetto al proporzionale della bozza Bianco, sarebbe un “meno peggio”. E, per quanto riguarda Mastella, gli consentirebbe la tranquillita’ di una rielezione.
Continuo a credere e sperare nel referendum come via maestra di risposta popolare alla crisi di sistema.. La degenerazione della politica in Campania, che gia’ si e’ manifestata nelle primarie del Pd prima di esplodere con lo scandalo rifiuti, triturera’ la clientela mastelliana ma segnala comunque l’urgenza di una riforma drastica.
Trova conferma la mia impressione che Prodi sia piu’ forte di quanto non appaia, tuttora insostituibile. Ma la nausea dei cittadini deve trovare sfogo nella partecipazione democratica offerta dal referendum -da fissare al piu’ presto- se non vogliamo che degeneri pericolosamente.

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