La mia solidarietà a Santoro

sabato, 2 febbraio 2008

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Per l’ennesima volta un’Autorità di vigilanza, che la legge prevede autonoma dal potere politico, ha trasmesso agli italiani un messaggio inequivocabile: le istituzioni si muovono solo a tutela dei potenti. Il richiamo formale inoltrato dall’Agcom alla trasmissione “Annozero” per le puntate dedicate da Michele Santoro al caso Unipol, alle complicità Rai-Mediaset e all’ex ministro Mastella, sovrasta e annulla il predicozzo sacrosanto ma generico del presidente Calabrò contro i processi mediatici.
Domanda: quando mai è stata comminata una sanzione efficace nei confronti dei talk-show televisivi che maramaldeggiano sulla pelle dei poveracci coinvolti in vicende di cronaca nera? Al massimo qualche multa che sfiora appena i conduttori incivili e chi ha convenienza a mandarli in onda. L’attenzione speciale dedicata alle rarissime trasmissioni in cui lo stesso trattamento viene somministrato ai potenti, conferma la triste prassi italiana dei due pesi e delle due misure. Per questo voglio esprimere tutta la mia solidarietà a Michele Santoro.
Lungi da me l’idea che il conduttore televisivo debba godere di un’immunità speciale, e che possa avvalersene per calpestare i diritti di chicchessia, non importa se colpevole o innocente. Ma siccome questi diritti sono calpestati quotidianamente da un’informazione televisiva morbosa, sensazionalistica, propagatrice di pregiudizi xenofobi, apprezzeremo le sentenze dell’Autorithy solo se e quando partiranno dalla tutela dei soggetti più deboli e indifesi. Quelli, per intenderci, che non hanno potuto partecipare alla lottizzazione dei commissari, guarda caso ipersensibili ai torti subiti dai loro padrini politici.

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