E ora… ce la giochiamo

lunedì, 18 febbraio 2008

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Berlusconi non è Moratti, il suo Milan pareggia col Parma, e il campionato della politica dopo il week end si rivela molto, molto più aperto del campionato di calcio. L’Inter ha undici punti di vantaggio, il Popolo delle libertà invece ne sta perdendo per strada e deve fronteggiare una raffica di infortuni (Casini, Santanchè-Storace, lista Ferrara).
Se le nuove liste di centro e di destra, anche con l’eventuale apparentamento al Pdl della lista antiaborto, rosicchiassero spazio, il risultato finale potrebbe essere addirittura un Partito democratico che si afferma contro tutti i pronostici forza di maggioranza relativa. Conquistando in tal caso il decisivo premio di maggioranza alla Camera. Ma se invece la somma dei voti di Berlusconi e di Fini risultasse insuperabile, ugualmente il Senato resta un’incognita. E senza una maggioranza netta al Senato non si governa, Prodi docet.
Il fatto nuovo è che Berlusconi dovrà calibrare diversamente la sua campagna elettorale. Non gli basterà scatenarsi contro la sinistra. Dovrà reagire a imprevedibili attacchi provenienti dal centro e da destra. Casini e Storace avranno interesse a presentarsi più antiberlusconiani di Veltroni. Conoscono i punti deboli dell’ex alleato e lo colpiranno nell’immagine che gli è più congeniale e redditizia elettoralmente: il capopopolo antiestablishment.
Un mio amico esperto in marketing politico prevede il clamoroso sorpasso a fine marzo, due settimane prima del voto. Proprio come riuscì a Prodi nel 1996. Incrociamo le dita.

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