Il corpo delle donne studiato dalla Rai

mercoledì, 14 aprile 2010

Questo articolo è uscito su “Vanity Fair”.
Sogno o son desto? Un anno dopo il “Noemigate” viene convocato dal Ministero per lo Sviluppo Economico un convegno su “Donne in Tv e nei media: un nuovo corso per l’immagine femminile”. Giovedì 15 aprile a Roma, dopo il saluto di Claudio Scajola, lasceranno che a introdurre i lavori sia Lorella Zanardo, con le parole e le immagini normali, perciò sconvolgenti, de “Il corpo delle donne”. Ve ne ho già parlato un sacco, qui e in televisione. Se siete fra i pochi che ancora non l’hanno visto troverete il documentario della Zanardo in rete (www.ilcorpodelledonne.com). Dalla prossima settimana sarà anche in libreria: lo pubblica, opportunamente illustrato, la Feltrinelli. Con il resoconto di un anno d’esperienza che Lorella Zanardo (nella foto) ha sviluppato monitorando la presenza ornamentale o degradante delle donne nei programmi televisivi; e le reazioni al suo lavoro raccolte girando la penisola.
E’ una buona notizia che le firmatarie di un documento critico promosso online da Gabriella Cims (Appello Donne e Media) siano riuscite a convocare in un palazzo romano non pochi pezzi grossi della Rai. A cominciare dal suo presidente, Paolo Garimberti, più una serie di manager come Antonio Marano, Giancarlo Leone, Gianfranco Comanducci. Dando la parola a professioniste di valore come Lucia Annunziata e Maria Latella, anche se mi permetterete di notare l’assenza non casuale di donne dello spettacolo e di una ministra delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, la cui biografia varrebbe da sola un intero seminario sul tema.
Qualcosa si è mosso. Le donne che lavorano in Rai (ma basta a spiegare l’assenza di Mediaset il fatto che sia un’azienda privata? Almeno Antonio Ricci non ce lo potevano mandare?) cominceranno forse a riflettere sull’immagine dell’universo femminile retrograda e grottesca, monotona e mignottesca senza neppure erotismo, con cui la loro televisione ci discredita pretendendo di rappresentarci. L’anacronismo è così palese, nel confronto con le tv estere, da imporre il tema nonostante la ritrosia di buona parte della nostra classe dirigente.
Consentitemi, nel salutare il lieto evento, un po’ di rammarico per quel paio di assenze tra i relatori. Ma niente paura, i partecipanti potranno rimediare attraverso la lettura.
Sarebbe stato bello, tanto per cominciare, che prendesse la parola l’autrice televisiva Deborah Chiappini. A suo tempo mi lessi d’un fiato il suo diario “Io gli uomini non li capisco” (Mursia). Raccontava la dolorosa vicenda che nel 2005 la portò a separarsi dal marito, Salvatore Sottile, ex portavoce di Gianfranco Fini, coinvolto con Elisabetta Gregoraci in una delle tante Vallettopoli nazionali. Oltretutto una riflessione pacata della Chiappini sul rapporto fra i maschi di potere e le giovani donne aspiranti a un posto nello spettacolo televisivo, non avrebbe certo lasciato indifferente uno dei relatori già previsti: sbaglio o Gianfranco Comanducci è proprio il manager che all’epoca soppesava per telefono con Sottile pregi e virtù delle miss da reclutare?
Infine avrei invitato Conchita Sannino, la giornalista napoletana di “Repubblica” che giusto un anno fa rivelò la sorprendente partecipazione di un anziano premier alla festa per il diciottesimo compleanno di Noemi Letizia, in un locale di Casoria. Ne seguì un divorzio e una riflessione pubblica sul ruolo della donna in Italia. Quella storia, con molti dettagli in più, è oggi riportata nel libro “La Bolgia” (il Saggiatore). Appassionante. Lo consiglio a tutti per l’efficacia con cui la Sannino ritrae le giovanissime napoletane che si radunano in competizione l’una con l’altra intorno al maschio che getta la rete. Soggetto ideale per una fiction?

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