Napolitano bacchetta il sindaco di Adro

martedì, 28 settembre 2010

Ora ho capito perchè, nel primo pomeriggio, il sindaco leghista di Adro, Oscar Lancini, ha nuovamente rinviato la convocazione del consiglio comunale dedicato alla scuola da lui impudentemente tappezzata di simboli che richiamano il suo partito. Il fatto è che gli era giunta notizia della lettera spedita dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (bravo!) ai genitori dei bambini vittime del suo sopruso.
Ieri Lancini aveva sospeso il consiglio comunale a causa delle presenze delle telecamere dell’Infedele (c’era la nostra Federica Bocellari) e di “Annozero”. Peccato che le altre tv avessero deciso di bucare l’evento: mancava perfino il Tg3 della Lombardia! La motivazione era irricevibile, cos’è questa storia di un consiglio comunale che non si riunisce in presenza della stampa? Forse che è un’istituzione privata? Ignora il dovere di rendere conto in pubblico del suo operato? Quando poi Oscar Lancini ha annunciato la riunione del consiglio comunale per stasera alle 20, però a porte chiuse, ho deciso di saltare in macchina e di andarci anch’io. Avrei proprio voluto vederlo sbattermi la porta in faccia, lui, dopo le due volte che gli ho dato spazio all’Infedele per dire le sue fesserie. La libertà d’informazione va difesa dai prepotenti, anche sobbbarcandosi una trasferta in più.
Giunto l’ennesimo rinvio a domani, stavo chiedendomi il perchè, prontissimo a esserci comunque. A tarda sera la notizia da Roma. Dopo che Lancini ha ignorato la richiesta di rimuovere dalla scuola i simboli riconducibili al suo partito, pervenutagli dal ministro Gelmini e dal Provveditori agli studi della Lombardia, Giuseppe Colosio, si è mosso il Capo dello Stato in persona. Quel sindaco presuntuoso si sbrighi a obbedire alle leggi dello Stato che gli paga lo stipendio. Già due settimane fa, anche su questo blog bastardo, chiedemmo a Giorgio Napolitano di far sentire la sua voce sull’indecenza di Adro. A suo onore riconosco che, come sempre, non ha mancato l’appuntamento con i suoi doveri istituzionali.

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