Non ho mai creduto alla religione liberista, cioe’ al capitalismo virtuoso che corregge da se’ le proprie storture. Ma sento puzza di bruciato nella campagna di destra che sta per scatenarsi contro l’entita’ impalpabile cui viene impresso il marchio infamante: speculazione. Fa specie trovare questo termine citato piu’ volte, senza discuterlo ne’ spiegarlo, nell’editoriale del “Sole 24 Ore” di oggi in cui Tremonti viene definito “geniale”. Mentre su “Repubblica” si annuncia l’offensiva europea del ministro contro “la peste del Ventunesimo secolo”: la speculazione, appunto.
Nella categoria avida e cinica dello speculatore, temo che il populismo possa rinnovare la sua propensione a scaricare contro bersagli di comodo il malessere dovuto al calo dei redditi e dei consumi.
Cosi’ i banchieri e le altre categorie accusate di speculazione dovranno scendere a patti con una politica sempre bisognosa di ricostituenti. E nella societa’ ingiusta la crescita delle disuguaglianze verra’ anestetizzata in nome del popolo bisognoso di protezione puntando il dito contro un nemico apolide, burocrate, affamatore. L’ho gia’ sentita questa storia…
Quando Mario Monti faceva dell’antitrust europeo sfidando pure l’impero Microsoft, gli davano dell’eurocrate. Ora s’inventano l’Europa dei popoli contro la speculazione. A quando la prossima sfida con la perfida Albione?