La decisione annunciata da Vladimir Putin di concedere il passaporto russo anche alle minoranze dei russofoni residenti negli Stati limitrofi (dall’Ucraina ai paesi baltici) costituisce una grave destabilizzazione degli equilibri internazionali. Una potenziale minaccia alla sovranità dei paesi vicini che dovranno fare i conti con la speciale tutela di cui godrà una sola componente della loro popolazione, protetta dalla potenza confinante. Non a caso era già stata l’Ungheria di Viktor Orban a inaugurare tale pratica ergendosi a protettrice delle minoranze di lingua magiara residenti soprattutto in Romania e Slovacchia. Il veleno del nazionalismo extraterritoriale in Europa rischia di manifestarsi come insidia ancor più pericolosa del secessionismo. Allo sciovinismo delle piccole patrie si somma il ritorno delle aspirazioni imperiali.