Si parla di almeno 27 morti e cento feriti, ma il bilancio rischia di essere ancor più tragico. Una terrorista suicida inviata dall’Is si è fatta esplodere nel mezzo di un raduno di giovani socialisti turchi e curdi, riuniti a Suruc per sostenere la resistenza di Kobane.
Una strage che ricorda quella perpetrata sull’isola norvegese di Utoya nel 2012 dal fanatico difensore della purezza etnica ariana Breivik. Lì i morti furono 69, massacrati uno a uno, anche in quel caso giovani socialisti.
Onoriamo il ricordo di questi militanti che a ogni latitudine si battono per la giustizia sociale e contro la discriminazione su base etnica e religiosa. La Turchia non è una terra lontana, è la linea di frontiera di un conflitto che riguarda da vicino tutti noi.