L’appello di Prodi e Piketty per una tassazione trasparente ed efficace delle multinazionali

mercoledì, 4 novembre 2015

Sul “Corriere della Sera” di mercoledì 4 novembre 2015 è stato pubblicato un appello, come su altri importanti quotidiani europei,  firmato da numerosi politici e accademici europei, perchè l’UE tassi in modo più trasparente le multinazionali. Il documento vede tra i sottoscrittori l’ex presidente della Commissione Romano Prodi, Thomas Piketty, gli europarlamentari Pittella, Gualtieri e Cofferati, l’ex premier belga Elio Di Rupo, l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, e diversi accademici europei. L’appello prende spunto dall’anniversario di LuxLeaks, l’inchiesta giornalistica che aveva rivelato come numerose multinazionali pagassero imposte inferiori all’1% grazie ai tax ruling praticati dal Lussemburgo. Il Granducato non è l’unico Paese a favorire l’elusione fiscale delle grandi aziende, e i firmatari dell’appello denunciano come in un anno nulla o quasi sia cambiato. Anche l’accordo raggiungo il 6 ottobre scorso all’Ecofin sullo scambio automatico dei dati non “assicura nessuna trasparenza su questi accordi segreti e indebolisce fortemente la già timida proposta della Commissione”. Un problema rilevante per l’intera UE, perchè ” la situazione attuale sta indebolendo pesantemente i sistemi fiscali nazionali e il progetto europeo: un mercato unico efficace può infatti funzionare correttamente solo in un quadro per la tassazione delle imprese più trasparente, coordinato e cooperativo. L’Unione Europea deve assicurare che le multinazionali paghino le loro tasse dove realizzano i profitti”.

I firmatari chiedono ” riforme ambiziose per contrastare evasione ed elusione fiscale, eliminare le scappatoie legali utilizzate dalle multinazionali, sanzionare efficacemente i paradisi fiscali, combattere la corruzione e il riciclaggio e migliorare la trasparenza e la cooperazione transfrontaliera. In questo quadro, invitiamo pubblicamente i governi europei a supportare l’obbligo di rendicontazione Paese per Paese pubblica attualmente in discussione nella Direttiva sui diritti degli azionisti.  Questa misura richiederebbe alle grandi imprese ed alle imprese quotate di rendere pubblici i dati su alcune loro attività e, soprattutto, sulle tasse che pagano in ogni Paese in cui operano. Questo permetterebbe alle autorità fiscali, agli investitori e agli altri stakeholders , inclusi i cittadini, di intraprendere iniziative in caso di comportamenti inappropriati o illeciti da parte delle multinazionali. Le banche europee sono già soggette a tale requisito, che non ha diminuito la loro competitività, come dimostrato da una ricerca ufficiale commissionata dalla Commissione europea.”

 

I firmatari dell’appello sono:  Sergio Cofferati Relatore del Parlamento Europeo per la Direttiva sui diritti degli azionisti ; Gianni Pittella, Presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo ; Roberto Gualtieri, Presidente della Commissione Economica del Parlamento Europeo ; Romano Prodi, ex Presidente della Commissione Europea ed ex Presidente del Consiglio italiano ; Thomas Piketty, Paris School of Economics ; Jean-Paul Fitoussi, Co-Presidente del Consiglio Scientifico della Progressive Economy ;Josep Borrell, ex Presidente del Parlamento Europeo ; Luca Visentini, Segretario Generale della Confederazione Sindacale Europea ;Elio Di Rupo, Presidente del Partito Socialista belga ed ex Primo Ministro ; Vincenzo Visco, ex Ministro italiano del Tesoro e delle Finanze ; Jutta Urpilainen, ex Ministro finlandese delle Finanze ; Paul Magnette, Ministro-Presidente della Wallonia-Belgio ; Virgilio Dastoli, Presidente Consiglio Italiano Movimento Europeo ; Richard Murphy, Anastasia Nesvetailova e Ronen Palan, City University ; Jill Rubery, Kate Pickett, Irene Ring, Andras Inotai, Ilene Grabel, Henning Meyere Heikki Patomäki, Membri del Consiglio Scientifico della Progressive Economy
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A un anno da Luxleaks, cittadini e imprese responsabili aspettano ancora risposte. C’è urgente bisogno di un’azione coordinata a livello europeo. La rendicontazione Paese per Paese rappresenterebbe uno strumento importante per combattere evasione ed elusione fiscale e un passo avanti significativo nella creazione di un quadro fiscale più trasparente in Europa.

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