Me l’aspettavo. Nella concentrazione di eserciti che combattono in Siria le loro guerre per delega, dalla simulazione si fa in fretta a inciampare nel cigno nero di un incidente (più o meno calcolato). A un sultano può far comodo provocare uno zar, nel mentre che lo zar cercava di riempire il vuoto lasciato dalle potenze occidentali nella lotta al califfo. L’abbattimento del jet russo per volontà del governo turco non porterà, spero, nell’immediato, a una guerra fra questi due grandi paesi storicamente divisi da interessi strategici. Ma ricorda maledettamente l’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914. Bastò lo sparo solitario del nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip contro l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo per scatenare in pochi mesi una spirale di guerra mondiale. Che ci serva di lezione, i confini fra Siria, Irak, Turchia, Libano, Giordania, Israele sono una polveriera. Basta poco perché la deflagrazione si estenda verso est e verso nord.