Maurizio Landini: La Fiom occuperà le fabbriche se Renzi sceglierà il modello Fiat sul lavoro

lunedì, 6 ottobre 2014

Maurizio Landini ha annunciato una possibile occupazione delle fabbriche da parte della Fiom se il governo Renzi adotterà una politica basata su un’ulteriore compressione dei diritti dei lavoratori, unita alla riduzione dei salari. In un’intervista a “La Repubblica” di lunedì 6 ottobre il segretario generale della Fiom-Cgil critica con toni molto aspri le ultime proposte dell’esecutivo per quanto riguarda il lavoro. Maurizio Landini parte dalla vertenza della Thyssen di Terni, rimarcando come la sua organizzazione sia pronta ad occupare questa azienda così come altre fabbriche se si imporrà un modello basato sull’aumento della disoccupazione e sulla riduzione dei diritti così come del salario dei lavoratori. ” Non possiamo accettare il licenziamento di 250 lavoratori e la riduzione del salario. È un modello che sta avanzando: l’abolizione dell’articolo 18 e dell’attuale sistema contrattuale con la possibilità di derogare dal contratto nazionale come prevede l’articolo 8 della cosiddetta “legge Sacconi” e come chiese la Fiat”. Il leader della Fiom accusa il presidente del Consiglio Matteo Renzi di cercare il conflitto e lo scontro, rifiutando lo scambio tra maggior rappresentanza sindacale e rafforzamento della contrattazione aziendale. ” Da una parte Renzi realizza l’operazione 80 euro e dall’altra chiede al tanto vituperato sindacato di fare accordi per la riduzione dell’occupazione e del salario. Riaprire in questo modo la partita sui contratti aziendali vuol dire andare verso la deregulation, verso il modello Fiat”. Landini rimarca come la diversità delle imprese italiane impedisca una deroga eccessiva dal contratto nazionale, che serve per tutelare i lavoratori nelle aziende di piccole dimensioni, attualmente in maggior sofferenza. ” C’ bisogno di far ripartire gli investimenti e spetta al governo indicare le politiche industriali per i settori. Tutto questo non ha nulla a che vedere con l’articolo 18, che andrebbe semplicemente tolto dal tavolo”. Le critiche davvero dure al governo Renzi diventano però apprezzamento per la proposta di distribuire il Tfr in busta paga. Una misura avversata da Confindustria, visto che creerebbe problemi per la liquidità delle aziende.Il segretario della Fiom rimarca come questa posizione di Squinzi sia paradossale, “con gli imprenditori italiani che fanno i capitalisti con i soldi dei lavoratori”.

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