Aiuto, mamma che paura, le tasse!

giovedì, 12 marzo 2009

In tutti i paesi occidentali sottoposti alla bufera recessiva si sta discutendo di politica fiscale per sostenere i provvedimenti d’emergenza dei governi, soprattutto là dove il deficit del bilancio pubblico è già oltre il livello di guardia. Se ne parla negli Stati Uniti, se ne parla in Francia, per fare solo due esempi. Se dunque c’è qualcosa che impressiona nella proposta di Dario Franceschini -un prelievo straordinario del 2% sui redditi superiori ai 120 mila euro annui- è l’esiguità del gettito previsto: solo 500 milioni di euro. Sia ben chiaro, è una somma comunque superiore a quella stanziata dal governo per la Social Card a novembre, e sbandierata come se si trattasse di un contributo importante. Ma resta il fatto, ammettiamolo, che si tratta di un’iniziativa di giustizia redistributiva dagli indubbi significati simbolici ma limitata nel suo raggio d’azione.
Perchè? Lo sappiamo benissimo. Perchè al fisco italiano, udite udite, risultano solo 200 mila contribuenti, su 60 milioni di cittadini, che abbiano un reddito sopra i 120 euro annui. Solo lo 0,5% della popolazione. E’ uno scandalo vecchio, questo dell’insincerità e dell’evasione fiscale italiana, ma è giusto che nella Grande Depressione gli venga assegnato il peso centrale che ha nel determinare le ingiustizie sociali da cui è afflitto il nostro paese.
Giunga dunque il “piccolo sacrificio per farsi carico di chi sta finendo in miseria” giustamente proposto da Franceschini. Ricordo di avere parlato di “patrimoniale” su questo blog già il 10 dicembre 2008 e ammetto che il nuovo segretario del Pd mi sta sorprendendo felicemente. Sono sicuro che dopo i “no” di facciata questa maggioranza di centrodestra dovrà correre ai ripari prendendo sul serio tale richiesta, così come quella ben più costosa del sussidio di disoccupazione, perchè glielo impeno lo stesso populismo con cui ha alimentato i suoi consensi.
Ma soprattutto questa elementare richiesta di solidarietà e coesione sociale servirà a riportare sotto gli occhi di tutti l’ingiustizia dell’evasione fiscale, cioè il mancato gettito di 250 miliardi all’anno, che affligge l’economia del nostro paese. Quando, se non nel mezzo di una crisi senza precedenti, lo Stato dovrebbe impegnarsi per costringere a contribuire al benessere comune coloro che se ne infischiano e anzi beneficiano della spesa pubblica a carico nostro?

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