Debora, è il momento: ribellati!

giovedì, 11 giugno 2009

Debora Serracchiani è stata protagonista attiva, con la sua determinazione e con la sua indubbia capacità politica, di un singolare episodio di cooptazione dall’alto, invocata a furor di popolo della rete.
Niente di male, fin qui, sono cose che capitano e lei aveva i titoli per approfittarne, dimostrando oltretutto di saperci fare. Ma ora Debora Serracchiani rischia di venire adoperata come una bandiera dai nostalgici del veltronismo. Fu difatti l’ex segretario del Partito Democratico il fautore di una politica-spettacolo in cui s’illudeva di mischiare sapientemente, da furbo chef, volti famosi di persone indisponibili se non per una fuggitiva comparsata, e i “testimonial” della società, cui veniva assegnata la stessa funzione di mero richiamo. Il risultato è stata una politica fallimentare che sopravvalutando il fattore “comunicazione” ha calpestato ogni procedura democratica. Trasformando la cittadinanza attiva in pubblico chiamato a sancire le scelte di vertice con metodo plebiscitario (vedi l’accordo tra notabili per sterilizzare la competizione alle primarie dell’ottobre 2007).
Debora Serracchiani tutto questo lo sa benissimo perchè è stata una militante e una dirigente locale di questo partito prima che il capriccio della sorte la sospingesse alla popolarità mediatica e al buon riscontro elettorale. Fin troppo ovvio è indicare la sua vicenda come sintomatica del bisogno di rinnovamento generazionale e culturale avvertito dall’elettorato. Ma allora questo è il momento in cui dobbiamo chiederle di ricambiare la fortuna che siamo lieti le sia toccata: Debora, ribellati!
Rispondi con durezza alle voci giornalistiche che ti piazzano già vicesegretaria in quota a questo o contro quel notabile. Ricordati quanti sconosciuti prima di te sono stati demagogicamente cooptati nella segreteria o nella direzione nazionale del Pd, tanto le decisioni vere le prendeva sempre la solita cricca nel “caminetto”.
Aiutaci a far sì che la tua vicenda paradossale riproponga l’imperativo delle regole democratiche, procedure che rendano davvero contendibile la leadership di questo partito. Non accomodarti, vai fino in fondo!

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