Tremonti, ora è lui il “traditore” nel mirino

giovedì, 10 febbraio 2011

L’evidente insuccesso della “frustata” all’economia italiana che dovrebbe portarci in pochi anni alla crescita del 3-4% -ieri il Consiglio dei Ministri si è limitato a approvare una lenta procedura di revisione costituzionale, meramente simbolica- deve pur essere addebitata a qualcuno. Viene meno il fair play predicato da Giuliano Ferrara, improvvisatosi consigliere governativo esperto di economia, e così sul “Foglio” di oggi troviamo il nome del colpevole: Giulio Tremonti. E’ lui che ha tenuto stretti i cordoni della borsa. E’ lui che non sorride mai alle boutades del primo ministro (per reazione, qui lo pubblico in una rara immagine d’allegria). E’ lui che strizza l’occhio all’austerità di berlingueriana memoria. E’ lui che aspetta, sulla riva del fiume…
Il degrado in cui è precipitata la leadership berlusconiana alimenta la sindrome del traditore e la caccia, di cui è già stato vittima Gianfranco Fini, prevede che il prossimo a finire nel mirino sarà Giulio Tremonti. Non gli basterà osservare il silenzio, nè fingere piccoli atti di sottomissione. La sua colpa è quella di non dissipare le finanze pubbliche sull’altare della resistenza di Berlusconi. Precisando, come una vedova indiana, di essere pronto a bruciare sulla pira insieme al suo beneamato utilizzatore finale.

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