Sostiene Giulio Tremonti che all’Italia del 2011 mancano molto l’Iri e la vecchia Mediobanca di Enrico Cuccia. Sorvolando sulle facili ironie che si potrebbero fare a proposito di quel che sosteneva il Tremonti neo-liberista d’antan, resta il sospetto che del vecchio assetto economico italiano egli rimpianga semplicemente il dirigismo politico. La possibilità cioè per i politici di dettar legge ai manager e ai banchieri perchè nominati dai partiti. E a guardare chi sono i partiti alleati con Tremonti, e quali manager promuovono nella lottizzazione ritornata esplicita come ai vecchi tempi, c’è da dubitare che ne derivi una promozione dei talenti migliori.
Chi come me non si è mai definito liberale e ha sempre ritenuto necessario un intervento dello Stato nel governo dell’economia, certo non può scandalizzarsi della svolta tremontiana. Ma bisogna pur constatare che sotto il governo dei neo-liberisti in Italia si sono avvantaggiati i monopoli a scapito della concorrenza, i maneggioni fruitori dell’economia di relazione a scapito dei risparmiatori, le aziende raccomandate a scapito dei nuovi imprenditori. Ora che Tremonti pare chiederci, in sostanza, “date a me la possibilità di supplire all’assenza dell’Iri e di Mediobanca”, viene un po’ di tremarella.