Anche Sgarbi, per fortuna, va al macero

giovedì, 19 maggio 2011

Avevo fortemente sconsigliato il mio amico Oliviero Toscani di collaborare al programma-kolossal (dispendiosissimo) in cui lo voleva coinvolgere Vittorio Sgarbi. Dicendogli che non sarebbe mai andato in onda. Mi ero sbagliato. Ne hanno trasmesso una puntata che -su Raiuno!- ha fatto poco più dell’8% di share, cioè quanto L’Infedele di lunedì scorso su una rete (per ora) nana come La7. Difatti la Rai l’ha già soppressa. Perfino Berlusconi si era scomodato visitando in anticipo lo studio in cui Sgarbi s’era fatto allestire una scenografia faraonica; ne avevano discusso insieme più volte durante le cene di Arcore e Palazzo Grazioli.
Si conferma l’incapacità della destra italiana di proporre una televisione di qualità accettabile. Con supponenza, Vittorio Sgarbi aveva pensato di avere la stessa credibilità di Roberto Saviano e di poter replicare quindi, sul versante opposto, il successo di “Vieni via con me”. Non mi stupisce la sua supponenza. Mi stupisce che l’azienda televisiva pubblica sia così mal ridotta da avergli dato retta.

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