Caro Boccia, sulla giustizia sociale il Pd non può rinviare

martedì, 8 ottobre 2013

Devo a Francesco Boccia innanzitutto delle scuse. Il mio riferimento al suo matrimonio, a rileggerlo, ci stava proprio male. Nelle intenzioni voleva essere simpatico (anche con sua moglie Nunzia Di Girolamo ho avuto un rapporto professionale improntato alla cordialità, quando lavoravo a La7) ma, se ha urtato la sua sensibilità, vuol dire solo che me lo dovevo risparmiare.

Riconosciuto questo mio torto, non credo che Francesco Boccia possa trincerarsi dietro a questioni procedurali sulla spinosa vicenda della seconda rata dell’Imu. Può darsi che alcuni emendamenti del Pd fossero inammissibili ma, come dimostra il fatto che altri –con le dovute modifiche- siano stati riammessi, c’è un nodo politico che il governo non può eludere. Rinviare genericamente all’accordo esistente fra te e Fassina sulla futura service tax, come tu fai, significa giocare sull’equivoco eludendo la proposta Fassina di revisione del provvedimento governativo sull’Imu. Questo, e non la service tax, è l’oggetto degli emendamenti presentati in Commissione dal Pd: cioè la proposta di reintrodurre un prelievo fiscale sulle case con rendita catastale superiore a 750 euro, non limitandolo come oggi a pochissime abitazioni di lusso. Ciò fornirebbe un gettito aggiuntivo che il Pd propone di utilizzare per il fondo affitti e per il finanziamento della cassa integrazione. Sei favorevole o contrario, caro Boccia? Hai tutte le competenze economiche e politiche per esprimerti nel merito di questi emendamenti. Tu non fai parte del governo. Sei un parlamentare esperto, da sempre vicino a Enrico Letta. Ritieni che la superiore necessità di garantire la tenuta del governo Letta sia motivo sufficiente a accantonare tali provvedimenti finalizzati alla progressività del prelievo fiscale? In tal caso, dillo chiaramente e spiegaci il perché. Io, al contrario, reputo che sulle scelte cruciali di giustizia sociale il Pd non possa più permettersi di seguire la pratica non dichiarata del rinvio, cui finora il governo Letta delle larghe intese si è purtroppo assoggettato.

Con stima e amicizia,

Gad Lerner

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