La Lega e il diversivo razzista

sabato, 10 gennaio 2009

Cosa fa un partito politico quando subisce una sconfitta cocente nella difesa degli interessi che pretende di rappresentare? Solleva un polverone, alza la voce, cerca un diversivo.
Dopo l’esito fallimentare della sua battaglia pro-Malpensa -sbagliata in radice- il partito di Bossi ha sbandierato un emendamento al decreto anticrisi in base al quale diventerebbe possibile estendere ai lavoratori di Malpensa e indotto gli stessi ammortizzatori sociali di cui beneficiano quelli Alitalia. Difficile che si realizzi un tale scandalo, cioè una tutela maggiore per i “suoi” territori e i “suoi” protetti, rispetto alla gran massa dei lavoratori che subiscono gli effetti della crisi. Ma non bastava. E allora, ecco l’odioso espediente: riscuotere dagli alleati di centrodestra due emendamenti palesemente discriminatori nei confronti degli immigrati regolari, oltretutto motivandoli con la necessità di fare cassa per finanziare la cacciata degli stranieri irregolari. Dunque la tassa sul permesso di soggiorno e la fidejussione di 10 mila euro per gli immigrati che vogliono aprire una partita Iva.
Grazie alla dissociazione di Gianfranco Fini (bravo) e la netta protesta della Chiesa, stavolta Berlusconi non se l’è sentita di andare dietro alla Lega su un terreno palesemente anticostituzionale.
Il diversivo razzista si trasformerà dunque in un boomerang per i suoi cinici inventori, mentre le statistiche confermano il fallimento della politica emergenziale di sicurezza anti-stranieri del ministro Maroni (si legga in proposito l’ottimo servizio de L’Espresso). Resta il disagio per chi in Italia continua a fare politica fomentando i peggiori sentimenti e pregiudizi popolari.
A coloro che nei mesi scorsi criticavano la tenace denuncia della campagna razzista portata avanti da questi imprenditori politici della paura, oggi mi sento di far notare che per fortuna a qualcosa è servita: come già sulle impronte digitali ai bambini rom e sulle classi differenziali nella scuola primaria, abbiamo messo i bastoni fra le ruote alla deriva legislativa xenofoba. Lo stesso impegno potrà ottenere un successo fra poco, quando il Parlamento dovrà varare il decreto sicurezza e verrà messo ai voti l’emendamento leghista che vuole legalizzare le ronde. Teniamo alta la guardia, e non scoraggiamoci!

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