Rifiutando di farci votare il 6-7 giugno prossimi, nell’ambito
dell'”election day” per le europee e le amministrative,
anche il referendum abrogativo della legge-porcata promosso da
Giovanni Guzzetta e Mario Segni, il governo si appresta a farci
spendere come minimo 400 milioni di euro in piu’. Lo ha calcolato
il sito www.lavoce.info ma e’ un calcolo al ribasso. Inserendovi
accanto ai costi strutturali anche le numerose spese indirette che una
competizione elettorale determina su tutto il territorio nazionale, la
somma cresce fino a eguagliare o superare quella stanziata nel
novembre scorso per i cittadini piu’ poveri. La cosiddetta
“social card”, infatti, ha usufruito di uno stanziamento di
460 milioni. Ora il governo ne buttera’ via altrettanti pur di
evitare che il referendum elettorale consegua il quorum del 50 per
cento. Perche’? Ma e’ semplice: perche’ la Lega Nord lo
vive come un de prufundis del proprio movimento, che sarebbe costretto
a presentarsi in una lista comune con il Pdl nel caso vincessero i
“Si'”.
Bella idea della democrazia e grande sensibilita’ alla fasce deboli
della popolazione, vero?
Lo scandaloso comportamento della casta politica che bara e sperpera
denaro pubblico pur di mantenere in vigore la legge Calderoli, merita
di essere denunciato. Mi auguro che Franceschini non esiti a far
propria, come Partito democratico, la richiesta che tale scippo ai
danni dei cittadini venga evitato.
Così il governo butta via una “social card”
venerdì, 27 febbraio 2009
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