Il mio voto alle primarie per tenere in vita una sinistra

lunedì, 18 novembre 2013

Sono in debito di una risposta a Donatella Guerrini che avanza con garbo numerose obiezioni sensate alla mia decisione di votare Gianni Cuperlo il prossimo 8 dicembre, alle primarie del Pd.Io stesso mi sono preso in giro da solo: non sarò per caso affetto da “sindrome di Stoccolma” visto che appoggio il medesimo candidato di D’Alema, ovvero del principale avversario dell’idea di Ulivo in cui mi sono tanto impegnato al fianco di Prodi (ma, devo aggiungere, in varie circostanze con l’appassionata collaborazione di Cuperlo stesso)? Ammetto che nella mia scelta hanno un peso rilevante la conoscenza, l’amicizia e la stima personale: trovo Cuperlo molto adatto a guidare il Pd anche per la sincera ritrosia che negli anni scorsi lo frenava nel farsi avanti e l’ha sempre indotto a rifiutare il ruolo di solista. Scrupoli a mio parere eccessivi di lealtà rispetto al suo mondo d’origine, tanto che, diciamo così, per eleganza, Gianni rifiuta tuttora di esplicitare i dissensi maturati nei confronti dello stesso D’Alema e di Bersani. In ciò è davvero diverso dai vari Velardi, Rondolino e anche da Latorre che, pur scegliendo oggi Renzi, state pur sicuri che resteranno molto più dalemiani di Cuperlo.
Questo piano di ragionamento è insufficiente a spiegare la mia scelta, ma visto che su questo piano ci troviamo voglio aggiungere subito perché non seguo il consiglio di Donatella Guerrini e cioè non voto per Pippo Civati. Di più, con tutto il rispetto considero “paracula” la scelta per Civati manifestata di recente da una persona che stimo molto come Fabrizio Barca. La spiegazione è la seguente: Civati mi appare come una figura di individualista che ha voluto giocarsi in proprio una partita personale. Lo ha fatto con bravura e buoni contenuti, anche se inevitabilmente rivela esilità sui temi economici e sociali che non appartengono alla sua formazione e sui quali un progetto di leadership diviene credibile solo se ha alle spalle una riflessione collettiva. Quanto a Matteo Renzi, non ne sottovaluto affatto le capacità di leadership politica. E’ un tattico, un ottimo professionista. E’ anche un uomo coraggioso di cui apprezzo la coerenza con cui si è fatto avanti sfidando i conservatorismi d’apparato, e apprezzo anche la netta visione bipolare che induce il mio amico Arturo Parisi ad appoggiarlo. Ecco, non mi capitava da tempo di fare una scelta di voto diversa da Arturo Parisi, quindi mi interrogo doppiamente. Ma sono profondamente convinto che nella prossima fase del nostro impegno politico la priorità si concentri sulle questioni sociali: equa redistribuzione della ricchezza nazionale, lotta alla povertà, rilancio di una sinistra europeista contro le pulsioni reazionarie sollecitate dalla crisi in cui versa la nuova figura sociale dell’uomo indebitato…
Penso cioè che serva un Pd ancorato saldamente a una visione di sinistra e al suo retroterra sociale, e a un ritrovato stile di vita sobrio della sua classe dirigente, e ai valori culturali e religiosi dell’uguaglianza. Solo in un “contenitore” plurale guidato con metodo collettivo potranno esprimersi le buone pratiche della democrazia partecipata (care a Parisi) e del mutuo soccorso (decisive nella stagione della penuria). Aggiungo che così come la stagione dell’Ulivo è stata ingloriosamente calpestata dai 101 che nell’aprile scorso hanno tradito Prodi (nella mia ingenuità io che quel giorno sono stato a lungo con Cuperlo escludo che lui fosse uno di quei biforcuti), allo stesso modo reputo conclusa la stagione del dalemismo. Può darsi che la lettera inviatami da Cuperlo su sinistra e affari sia ancora esitante nel fare l’analisi di quelle pratiche di potere (Gianni è pur sempre in campagna elettorale) ma nella sostanza la trovo importante e condivisibile.
Cara Donatella Guerrini, non voglio nasconderti una certa dose di disincanto in questo mio ragionamento. Ma spero di averti risposto. So che altri amici ulivisti, a cominciare da Prodi che non voterà, l’8 dicembre faranno scelte diverse dalla mia. Ma nella nuova fase è bene che ci sentiamo liberi tutti, le conventicole del passato serviranno a farci qualche bevuta nostalgica insieme.

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